Il forno della Perinera

Il forno della Perinera, come quelli presenti in altre frazioni, è un edificio in pietra, con all’interno tutti gli attrezzi per la panificazione. Era di proprietà dei frazionisti, serviva quindi per tutte le famiglie della borgata e tutte le famiglie dovevano fornire legna per accendere il fuoco.

 

Un tempo il forno veniva acceso alcune volte l’anno per cuocere la quantità di pane necessaria per alcuni mesi.

 

L’accensione del forno era un lavoro che richiedeva tempo e fatica: il fuoco al suo interno doveva bruciare almeno due giorni prima che si raggiungesse la giusta temperatura. Poi si poteva iniziare la cottura del pane e ogni famiglia vi provvedeva personalmente.

 

La farina era ricavata dalla macinatura della segale che avveniva nel vicino mulino, si doveva fare in tempo di luna piena e quando le grosse pagnotte erano cotte si mettevano a seccare su una rastrelliera in legno in solai ben areati, e talvolta con la parte piatta rivolta verso l’alto, per far circolare meglio l’aria.

 

Con tutti questi accorgimenti si riusciva a non fare ammuffire il pane, che doveva essere conservato per mesi.

 

Le pagnotte, molto secche e troppo dure per essere mangiate, spesso si mettevano in cantina qualche giorno prima di essere utilizzate, in modo che assorbissero un po’ di umidità e si potessero tagliare più facilmente. Il pane veniva poi tagliato a fette con un coltello con la punta ricurva collegata ad un anello infisso nel tagliere. Oppure, per tagliare le pagnotte più grosse e dure, si utilizzava lou suc dou soqoulè, un attrezzo formato da un ceppo provvisto di una grossa lama, usato dai calzolai per dare forma alle suole in legno degli zoccoli.

 

Ma quando le pagnotte giungevano sulla tavola, prima di essere tagliata a fette, veniva sempre tracciato su di esse, con la punta del coltello, il segno della croce. C’era un grande rispetto nei confronti del pane: esso non andava sprecato, sulla tovaglia non andava rovesciato.

 

Il momento della cottura del pane era, soprattutto per i bambini, un’occasione di festa. Questi aspettavano trepidanti, nei pressi della porta del forno, la fine della cottura, per ricevere alcuni bocconi di pane caldo e fragrante. Terminata la cottura di tutte le pagnotte, si infornavano bamboline e galletti di pasta, che venivano poi distribuiti ai bambini della frazione. In occasioni particolari si impastavano dei dolcetti fatti con farina gialla, latte e burro, che erano una vera golosità per grandi e piccini.

 

 

 Notizie tratte da:

 - Usoei, Uxellos, Usseglio, Luigina Longhi Borla, Antonella Reffieuna Roch